ANNO 2004
Per due anni Vecchioni non riesce più a ritrovarsi. Esce da una complessa operazione e sembra non voler più né cantare né scrivere come appunto descrive in “Momentaneamente lontano”. Poi,all’improvviso, ecco il viaggio in Africa, il Kenya, quell’atmosfera così diversa dall’occidente e quindi la riscoperta di rapporti più semplici, la rinata voglia di stare in mezzo ai suoi, l’impegno sociale per costruire una casa scuola per i bambini orfani. A poco a poco senza quasi accorgersene torna a suonare, a comporre, ma guardandosi dal fuori, senza assilli, senza paura. Su di una tettoia di Watamu, paese povero e decentrato vede un cartello che reclamizza il Rotary di Malindi: l’assurdità di quell’accostamento lo colpisce e decide di farlo, finalmente, un disco nuovo.
“Rotary” non è e non vuole essere un disco sull’Africa, non ha la pretesa di affrontare temi politici e sociali e Vecchioni è chiaro fin dall’inizio: “Rotary” parla ancora e solo di me e di come l’Africa mi ha salvato, di questo avevo bisogno; di loro parlerò un’altra volta, quando sarò certo di non dire sciocchezze.”
Si respira comunque la semplicità dei luoghi e degli affetti, si conosce un Vecchioni nuovo, quasi elementare, che qua e là torna a riappropriarsi della sua verve polemica (la provocatoria Marika) e della sua intensità viscerale in amore (e invece non finisce mai)