ANNO 2016
E’ questo il suo libro più intimo e autobiografico. Il libro in cui l’idea stessa della vita e della felicità, il senso del rotolare dei giorni, trova forma di racconto.
Perché i momenti più belli o più intensi della nostra esistenza brillano nella memoria: sono luci che abbiamo dentro e che a un tratto sentiamo il bisogno di portare fuori. Magari per i nostri figli, e per tutti quelli che hanno voglia di ascoltare.
“Non si è felici nell’imperturbabilità, ma nell’attraversamento del vento e della tempesta”.
E’ inutile chiedersi cosa sia la felicità o come fare a raggiungerla scrive Roberto ai figli nella lettera che apre questo libro: la felicità non è una questione d’istanti, ma una presenza costante, che corre parallela a noi. Il problema è saperla intravvedere, imparando a non farci abbagliare.
Roberto Vecchioni ci conduce in un viaggio personale lungo quello che chiama il tempo verticale, uno spazio che tiene uniti tra loro passato presente e futuro, dove nulla si perde. D’altronde “la felicità non è un angolo acuto della vita o un logaritmo incalcolabile o la quadratura del cerchio: la felicità è la geometria stessa”.
Troviamo nel libro episodi bizzarri vissuti insieme ai suoi figli, episodi comici e drammatici della sua carriera di insegnante; dagli amori perduti o ritrovati fino a un ritratto vivo e passionale di suo padre Aldo. Ma ci sono anche le canzoni , squarci letterari, miti e un frammento di Saffo e la Casa sul Lago testimone di tanti momenti .
Roberto Vecchioni attinge alla propria biografia per costruire un vero e proprio manuale su come imbrigliare la felicità, senza farla scivolare via finché non diventa soltanto un ricordo.