ANNO 2002
Parabola altissima delle generazioni che passano lasciando in eredità a chi resta i pensieri e le emozioni per tirare avanti. Il nonno insegna al padre e il padre al figlio il mestiere di vivere e cioè a lanciare coltelli non per fare del male, ma per disegnare, mettere a fuoco la sagoma delle persone e delle cose che si amano, ben sapendo però che “finito il momento magico del suo coltello in volo, il lanciatore è solo”. Siamo programmati a questa solitudine e amiamo per cacciarla via. E’ la stessa solitudine del vecchio Gustav che si rivede nel Tadzio di Morte a Venezia” (La bellezza), e di un altro padre, stavolta autobiografico disarmato e ansioso davanti al figlio adolescente (“figlio,figlio,figlio”- “Malinconia leggera”) ed è solitudine metafisica davanti a un Dio biblico troppo alto e irraggiungibile al contrario di Cristo, presente nel cuore.