ANNO 2011
Dall’incontro con Claudio Guidetti nel 2010 Vecchioni aveva composto nove tracce musicali con l’intenzione di tornarci su più avanti e inserirle in un cd inedito. L’impronta era volutamente primi anni settanta, piuttosto Westcostiana, grande uso di chitarre e sforamenti nel primo Springsteen. Poi il buio, il nulla, finchè una notte a Roma, una di quelle notti che non si dorme perché c’è qualcosa dentro che vuole uscire a tutti costi, ecco che all’improvviso gli salta fuori “chiamami ancora amore” che a ben vedere c’entrava anche poco col resto del lavoro. Roberto capisce subito che quella canzone è una gran cosa, è forse proprio quella che sa inseguendo da anni, dalla svolta di “Di rabbia e di stelle”. Chiama Claudio e gliela canta per telefono: tutti e due concordano che si deve rischiare, che ci vuole una platea grande, immensa, che bisogna andare a Sanremo.
Il cd vien fuori quasi subito e contiene due inediti (tre con “il bene di luglio”) più chiamami ancora amore. Gli inediti sono storie tipicamente vecchioniane del nuovo deal: “La casa delle farfalle”, contro la guerra e “Mi porterò”, un elenco di cose e affetti da tirarsi dietro nell’aldilà. Per completare l’album, che ha assunto una chiara connotazione d’amore universale, Vecchioni chiede a Lucio Fabbri di riarrangiargli alcuni brani che ama particolarmente e non han mai avuto un gran successo, da “l’amore mio” a “Canzoni e cicogne”. Chicche finali due canzoni di De Andrè e Tenco.
Le voci femminili sono di Ornella Vanon e Dolcenera mentre Federica Fornabaio suona il piano in Love song.