ANNO 1991
Altra prerogativa di Vecchioni è prendere un personaggio (storico, letterario) e maneggiarlo a suo piacimento; era toccato ad Alessandro Magno in “Milady”, tocca qui a Sancho Pancia.
Album molto mosso e qua e là addirittura rockeggiante, non senza una precisa ricerca di ballate dylaniane e di accenni a Cohen (non i primi non gli ultimi). Ai consueti brani d’amore si aggiungono qui parole per gli amici, i figli e i compagni di percorso. Disco di platino 1991.