ANNO 1980
Diario avvelenato e disperato dell’ultimo anno di un amore. Tra i vari spunti favolistici e cinematografici si dipana la lunga ballata ermetica “ciondolo”, ricordo sonoro di altri tempi, quelli dell’attesa e della speranza. La parafrasi felliniana al contrario (“La città senza donne”) stempera l’amarezza in autoironia come ultimo tentativo di dimenticare.